E’ passato un bel po’ di tempo dalle elezioni europee e quindi è possibile scrivere qualcosa senza cadere nelle liste di prescrizione e dover passare davanti al tribunale del popolo.
Come spesso accade in Italia, abbiamo difficoltà a dividere le mele dalle pere. Gli italiani hanno votato per le europee, ma subito il risultato viene valutato come un voto al governo e addirittura tutto quello che pensa Renzi adesso è come se fosse la voce del popolo a dirlo. Ma tant’ è che a questa cosa non ci si può fare nulla, questa è l’Italia. Certo, un renziano della prima ora come me dovrebbe esserne contento, invece mi viene l’orticaria quando non siamo in grado di analizzare i risultati per quelli che sono, ma sempre per come vorremmo che fossero.
E’ ovvio che il quasi 41% preso dal PD qualcosa deve pur dire, ma non la farei troppo pesante, perché un risultato del genere come è arrivato, può essere ribaltato, ed è Renzi stesso ad ammetterlo. Perché è difficile valutare se sia stato il PD a vincere o il M5S a perdere.
Il fatto è che questo risultato coincide con la perdita di tre milioni(capito bene, tre milioni)di voti da parte di M5S, movimento convintissimo che avrebbe stracciato tutto e tutti e creato forti ripercussioni sul fronte interno alla politica italiana.
Cosa è successo? Semplice: Grillo non è stato in grado di tenersi i voti sottratti al PD alle scorse amministrative, tradendo tutti quegli sfiduciati del centro-sinistra che avevano voluto dare un segnale al proprio partito bloccato nel proprio immobilismo. A quel punto, due le pecche di Grillo: innanzitutto si era preso un mare di voti di gente che vuole la politica, e a questi devi dare conto. Non sono certo quelli che alimentano il blog che hanno come unico scopo quello di dire no a tutto quello che gli passa a tiro. Se ti hanno dato il voto, vogliono che tu governi, che se il governo ti invita al dialogo tu accetti e non ti alzi dal tavolo con saccenza e supponenza. Ma cosa molto importante, e siamo al secondo punto, non accettano lo stile comunicativo scelto sulla spinta dal basso venuta dal blog, che ormai sicuro della vittoria vomitava di tutto e di più ad ogni post del leader maximo.
E’ qui che entra in gioco Matteo Renzi. Il suo stile comunicativo è quello giusto per parlare sia ai moderati, sempre stati l’ago della bilancia di qualsiasi tornata elettorale in Italia, sia a quelli che avevano abbandonato il PD solo pochi mesi prima. E il gioco è fatto. Anche perché lo zoccolo duro del PD rimane sempre lì dov’è, qualsiasi cosa accada. La differenza l’hanno fatta gli altri, gli stessi che avevano fatto la differenza mesi prima ma al contrario.
La reazione del M5S mi ha lasciato molto perplesso, perché è la stessa, identica che ha avuto il centro-sinistra a tutte le sconfitte con Berlusconi. La colpa è degli altri, di quelli che non ci hanno votato, di quelli che non capiscono nulla e che verranno colpiti dalla volontà divina col prossimo diluvio universale(ovviamente quelli di M5S a due a due saliranno sull’arca di Noè). Purtroppo in Italia non siamo abituati ad imparare dalle esperienze, che siano nostre o degli altri. Ogni volta facciamo gli stessi errori, e questo ci ha portato alla arretratezza che abbiamo in Europa rispetto agli altri paesi importanti.
La morale della favola cara anche ad Edoardo Bennato è che adesso il pifferaio magico lo abbiamo noi, e non c’è possibilità che Grillo vinca se Renzi non toppi, così come è successo a Grillo stesso.
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Mi è piaciuto davvero tanto. L’analisi lucida e la metafora del pifferaio magico perfettamente calzante, come l’arca di Noè… simpatico.
Le vittorie dipendono dal nemico che devi affrontare, in questo caso Grillo fa la solita politica di denuncia e populista senza offrire soluzioni pragmatiche ed efficaci. Questa volatilità l’elettore la subodora, ed in questo periodo di totale incertezza nel futuro e di stanchezza ciò che serve al paese è proprio una guida che dica cosa fare, perchè e quando. Ma sopratutto ci dica: ragazzi se tutto dovesse andare male mi prendo tutte le responsabilità! Come Abete, come Prandelli. Ho apprezzato moltissimo le loro dimissioni, un atto catartico, finalmente un insegnamento dal mondo calcistico.