Ti ricordi quando tuo padre ti sgridava per dirti che quella cosa non andava fatta o andava fatta diversamente? Ecco, spesso e volentieri usiamo quello stesso metodo per comunicare con chi lavora con/per noi.
Questo modo di fare ci crea non pochi problemi nelle relazioni lavorative, perché ci piace comportarci come un padre col proprio figlio. Tendiamo a fare la paternale, dimenticando che in questo caso non bisogna farsi trasportare dai sentimenti, ma anzi, bisogna essere quanto più freddi possibile per esporre la cosa in maniera costruttiva. Mai metterla sul personale, si sta parlando di lavoro. In fondo l’ obiettivo del confronto dovrebbe essere il miglioramento.
Per evitare di incappare in errori, sarebbe interessante applicare la tecnica del feedback, molto in voga dai paesi anglosassoni e poco usata da noi italiani. Per dare un buon feedback si segue un’unica regola divisa in tre punti:
- Cosa va bene: comunichiamo cos’è che ci è piaciuto di quello che la nostra risorsa ha fatto, raccontando l’ esempio specifico che si è visto. Poniamo grande attenzione a questo punto, quello che in genere si omette sempre, e che invece è il più importante! Serve a motivare e predisporre l’altro ad una eventuale critica. Quindi ditegli innanzitutto cosa vi piace del suo lavoro, e fatelo in maniera convincente pesando le parole che usate. Ve ne sarà comunque grato perché nessuno l’aveva mai fatto prima.
- Cosa va migliorato: comunichiamo quello che pensiamo non sia corretto fare, sempre raccontando quello che si è visto. Quello che non deve mai mancare è l’oggettività del feedback, e cioè ”appoggiarsi” a fatti e numeri per essere più chiari e impersonali. Quando si dice ad una persona che qualcosa non va bene, diamo un esempio specifico di quello che abbiamo visto nel suo operato. E’ un fatto oggettivo a cui l’altra persona non potrà sottrarsi. A quel punto sarà anche più facile fargli comprendere cosa è possibile fare per migliorare.
- Cosa vorrei che tu facessi per migliorare: cosa è possibile fare per migliorare in quella precisa situazione? Proviamo a fare… Studiate con la risorsa un piano d’attacco per lavorare sulle aree di miglioramento. Concordate un obiettivo, magari passando per degli step intermedi misurabili e fate capire alla risorsa che non sarà sola in questo percorso, ma che sarete al suo fianco, perché il suo obiettivo è il vostro obiettivo, per un miglioramento di tutto il team.
Ma quello che più conta è che bisognerà esercitarsi a dare feedback, perché non essendo nella nostra natura, non è una cosa facile. Ma se l’obiettivo è quello di migliorare, questa è la strada maestra da percorrere. Come esercitarsi? Semplice: fallo in casa con i tuoi! E ti accorgerai come diventa più facile parlare con la tua donna/uomo senza rovinarsi il fegato e come far sì che tuo figlio non solo ti ascolti ma faccia volentieri quello che gli chiedi (miracolo)! Alla prossima, dove vedremo come ricevere un feedback (quello sì che è un miracolo)!
E tu? Quali sono state le tue esperienze in merito? Condividile, positive o negative che siano.
There are 0 comments