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Come parliamo ad una nostra risorsa 2.
28 Aprile 2015
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Un paio di settimane fa ho scritto di come usare il feedback, forma di comunicazione tra due o più persone per chiarire e migliorare le proprie performance.
Il nostro miglioramento passa proprio per l’apertura agli altri, alle loro idee ed ai loro punti di vista. Il confrontarsi in maniera aperta senza pensare necessariamente che un punto di vista sia migliore di un altro e che le idee possano comunque convivere anche se in antitesi l’una all’altra. E che quando una persona non è d’accordo con la nostra, di idea, non bisogna metterla sul piano personale, ma anzi cercare di capire quello che è il punto di vista dell’altro e come è arrivato a certe conclusioni. Potremmo scoprire cose che noi stessi non avevamo considerato e che possono portare valore aggiunto alle nostre idee e opinioni.

Ma come si riceve un feedback? Come bisogna comportarsi quando all’interno di una comunicazione ci dicono cosa va bene, cosa va male e cosa bisogna fare?
Penso che per quella che è la cultura italiana, sia MOLTO più difficile ricevere, che dare un feedback.

I motivi sono molteplici. Vediamone alcuni.

  • Innanzitutto abbiamo l’abitudine ad essere ipercritici, a vedere e parlare sempre di quello che va male e quasi mai di quello che va bene. Quindi quando ti arriva un f. dove sono solo critiche difficilmente lo accetti di buon grado, ed è anche comprensibile. Sarebbe importante invece dare un f. seguendo delle regole. Se egli vuole far sì che quello che pensa ti rimanga dentro,  deve trovare il modo per comunicarlo efficacemente.
  • Altra problematica è quella che spesso  “pesiamo” la persona che ci dà il f. Se è una persona di cui hai stima puoi anche pensare di accettarlo; se non lo è , allora non se ne parla proprio! E qui sei in errore tu che ricevi il f., perché non è altro che un punto di vista diverso dal tuo, e quindi non è importante da chi viene, ma è importante accettarlo. Poi ci sarà tempo e modo di ragionarci sopra e decidere se seguire o meno quelle indicazioni.
  • Vedere il f. solo come critica e non come punto di partenza per un tuo miglioramento personale. E questo dipende molto dallo stato di autostima e quanto si è aperti al confronto. Se pensi in maniera presuntuosa di essere al di sopra di ogni confronto, allora sicuramente prenderai la cosa come lesa maestà.  Quello è il momento in cui ti stai chiudendo su te stesso glorificandoti da solo su quanto sei bravo ed è anche il momento esatto in cui inizia la tua caduta inesorabile. Dove non c’è confronto non c’è miglioramento, e dove non c’è miglioramento non c’è futuro.

In conclusione non è importante il perché l’altro ti dica certe cose, ma se e come quelle cose possono migliorarti. E tu, cosa provi quando usano toni sbagliati nel dirti qualcosa? Parliamone…

About author

Francesco Buonfiglio

Mi occupo di formazione, vendite, coaching, gestione delle risorse, marketing, Consumer Dialogue. Punto ad un continuo miglioramento della mia professionalità, attraverso l'offerta di competenze ed esperienze ad aziende che vogliano migliorare la qualità del loro rapporto con il cliente o valorizzare le proprie risorse commerciali.

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